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Il Glaucoma

By : on : 25/02/2016 comments : (Commenti disabilitati su Il Glaucoma)

glaucoma

Il glaucoma è una malattia oculare dovuta generalmente a un aumento della pressione all’interno dell’occhio.

E’ una delle principali cause di disabilità visiva dopo la cataratta; in Italia si stima che circa un milione di persone ne siano affette, ma si calcola che la metà dei malati non ne siano a conoscenza (i non diagnosticati sono quindi circa mezzo milione). La cecità e l’ipovisione provocate dal glaucoma si possono prevenire purché la malattia sia diagnosticata e curata tempestivamente.
In condizioni normali all’interno dell’occhio è presente un liquido (umore acqueo) che viene continuamente prodotto e riassorbito. Analogamente a quello che avviene con uno pneumatico, se la pressione è troppo elevata a lungo andare il bulbo oculare si rovina (in particolare la testa del nervo ottico che si trova nella zona centrale della retina).
Se fissiamo un oggetto noi lo percepiamo insieme a tutto ciò che lo circonda: l’area di spazio percepita costituisce il campo visivo.
Tuttavia, l’aumento della pressione danneggia irreparabilmente i neuroni che trasportano il segnale elettrico; dunque è come se i fili si logorassero. Inizialmente il danno interessa i fili che trasportano le immagini relative alla periferia del campo visivo: chi è malato continua a vedere l’oggetto che fissa, ma non si accorge che l’area visiva periferica si sta riducendo progressivamente. Da ultimo vengono lesi anche i fili che provengono da quella zona della retina con cui si fissano gli oggetti (macula) e, se il glaucoma non viene trattato, si verifica la riduzione dell’acuità visiva fino alla cecità completa (danno del fascio di fibre nervose papillo-maculari).
Diagnosi
L’unico modo per effettuare una diagnosi precoce di glaucoma è sottoporsi a una visita oculistica completa. Nel corso della visita i parametri che devono essere controllati sono essenzialmente tre:

1) La pressione dell’occhio (pressione intraoculare). Con il tonometro può essere valutata la pressione all’interno del bulbo oculare in modo da individuare tempestivamente un eventuale aumento.
2) L’aspetto del nervo ottico. Con l’oftalmoscopio il nervo ottico può essere osservato direttamente dallo specialista: nel caso del glaucoma si evidenzia un aumento della cosiddetta escavazione papillare.
3) La perimetria computerizzata. È un metodo d’indagine con cui si misura la sensibilità delle diverse zone della retina. L’esame permette d’identificare precocemente i danni e di valutare l’efficacia della terapia molto meglio che con i precedenti metodi di perimetria manuale. Secondo alcune stime il glaucoma colpisce circa il 2% delle persone con più di 35 anni; tale percentuale può salire significativamente nella fascia della terza età.
4) Nuovi metodi di valutazione del disco ottico.

La pressione intraoculare
La pressione intraoculare (IOP) è determinata dalla quantità di un liquido prodotto all’interno dell’occhio chiamato umor acqueo. Ovviamente più liquido c’è nel bulbo oculare più è alto il valore della pressione intraoculare stessa.
Il valore della pressione interna dell’occhio, sebbene sia differente dalla pressione arteriosa, si misura con la stessa unità, ossia in “millimetri di mercurio” (mmHg).
La pressione intraoculare deve essere normalmente compresa tra i 10 e i 20 millimetri di mercurio (mmHg). Il glaucoma è generalmente associato a valori superiori a 20-21 mmHg, ma esiste anche una forma di glaucoma a bassa pressione.
Esistono diversi metodi di misurazione: col passare degli anni la tecnica si è evoluta fino a raggiungere misurazioni più precise. Attualmente lo strumento più diffuso negli ospedali è il “tonometro ad applanazione” di Goldmann (con cui si esercita una pressione sulla cornea e si misura le resistenza del bulbo), mentre per gli screening più accurati la tecnologia più diffusa è il “tonometro a soffio”
È sufficiente eseguire la pachimetria corneale una sola volta, dal momento che lo spessore corneale non si modifica in maniera significativa nel tempo, a differenza di altri esami quali campo visivo o altre misurazioni utilizzate per la valutazione del danno glaucomatoso.
Se la cornea è sottile si rischia di sottostimare il reale valore della pressione. Viceversa, in casi di cornee molto spesse ci si può preoccupare meno in presenza di valori della pressione oltre i 20-21 mmHg.
Il glaucoma si cura di solito con colliri (da instillare diverse volte al giorno) ed, eventualmente, con l’uso di compresse. Per risultare efficace la terapia deve essere seguita regolarmente e con costanza.
I glaucomatosi necessitano di controlli periodici. La malattia, infatti, può peggiorare senza che dia sintomi e, in tal caso, può essere necessario modificare il tipo di terapia. Una volta avvenuto il danno non è più reversibile: si ricorre a farmaci ed eventualmente alla chirurgia (trabeculectomia) per cercare di preservare almeno la funzionalità visiva esistente. Il trattamento del glaucoma è efficace solo se viene seguita scrupolosamente la terapia prescritta dal medico oculista.
La terapia per il glaucoma non deve essere sospesa senza consultare prima l’oculista, ma anche il medico di famiglia deve essere sempre al corrente della terapia praticata.
Quando è più probabile che una persona sia affetta da glaucoma?
Quando ha più di quarant’anni e ha altri casi in famiglia. Più si è anziani e più aumenta il rischio di esserne affetti. Soprattutto chi ha altri familiari con glaucoma dovrebbe sottoporsi a un controllo oculistico (con misurazione della pressione oculare) almeno una volta l’anno.

gabellieri

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